Posso vendere online senza partita IVA?

La domanda che in molti fanno è se possono vendere online senza partita IVA, visto che quello che vendono non arriva nemmeno a pagare il minimo sindacale richiesto dai contributi INPS.
La risposta è NI – Si può vendere solo se lo si fa in maniera saltuaria.


Cosa si intende per saltuaria?


Facciamo un esempio, se metto in vendita su un qualsiasi Marketplace (Ebay, Amazon, Etsy ecc.) un prodotto al mese e questo poi lo vendo nel giro di 1 mese, per poi arrivare a venderne in totale 4 prodotti all’anno per un totale uguale o inferiore a 5000€ sono un venditore che vende in maniera saltuaria. Tutto il resto è in difetto!

Se io venditore ho un negozio fisso su Etsy e non ho partita IVA sono in difetto! Anche se vendo prodotti tutti i giorni e faccio meno di 5000€ all’anno!

Facciamo qualche esempio

Realizzazione occasionale di oggetti fatti a mano

Maria è una lavoratrice dipendente. Nel tempo libero realizza bijoux fatti in resina e lavorati a mano che espone e a volte vende ad amici e conoscenti.
La sua attività è saltuaria in quanto viene svolta senza abitualità, né continuità.
Inoltre questi introiti non rappresentano per lei la fonte principale di reddito, ma un piccolo arrotondamento.
In questo caso Siamo nel caso di NON obbligo di Partita IVA.

Partecipazione e vendita a mercatini e su portali Web

Gina è un lavoratore nell’azienda familiare. Ha la passione per la realizzazione di collane fatte a mano acquistando materiali assemblandoli e rivendendo gli oggetti.
Partecipa con molta frequenza nei mercatini della sua regione, e nel resto d’Italia, ed opera anche su portali di vendita online (Marketplace, tipo etsy, ebay ed Amazon).
Il tempo che Gina dedica a questa attività è sicuramente costante e rilevante nel suo tempo.
In questo caso è necessario essere in possesso della Partita IVA. Questo in quanto l’attività di Gina presenta caratteristiche di abitualità.

Attività artistica

Chiara è disoccupata ed impiega il suo tempo per dipingere quadri, che espone settimanalmente in spazi espositivi e che espone sui suoi profili social e su marketplace. Ha l’obbligo di partita IVA.

Bene ma io sono OPI, Hobbista, artista, vendo opere del mio ingegno non posso vendere online?


La riposta è NO! Se vendete online secondo la normativa italiana diventate impresa a tutti gli effetti e quindi per vendere dovete obbligatoriamente aprire partita IVA e pagare 2400€ fissi all’anno (per i primi 5 anni, poi divengano 4000€ all’anno) di INPS + le tasse 5%/15% con il forfettario o direttamente con il regime ordinario.

Che differenza c’è tra hobbisti e creativi?

In generale possiamo dire che esiste una differenza tra hobbisti e creativi.

Gli hobbisti sono coloro che vendono, barattano, assemblano beni già esistenti. Creano qualcosa di nuovo partendo da beni già esistenti. Alcuni siti tra l’altro paragonano gli hobbisti a collezionisti, come se appunto il collezionismo è un hobby ed appunto fanno mercatini per vendere la propria collezione di francobolli ad esempio.

I creativi, invece, sono coloro che realizzano beni nuovi con la loro manualità e ingegno. In pratica i creativi sono quei soggetti che creano nuovi oggetti su cui possono vantare la paternità dell’opera. I creativi possono vantare il diritto di autore sull’opera.

Da un punto di vista fiscale vi sono delle differenze sostanziali tra hobbisti e creativi.

Gli hobbisti, sostanzialmente sono degli artigiani che difettano del requisito della abitualità dell’attività.

I creativi invece possono sfruttare la disciplina legata allo sfruttamento del diritto di autore.

Posso vendere con la mia pagina Facebook senza mostrare i prezzi?

Vale lo stesso discorso del negozio fisso su Etsy, vetrina online aperta 24 ore su 24, 7 giorni su 7, praticamente vendita continuativa, i prezzi non sono mostrati ma la vetrina sta la, sempre aperta sempre raggiungibile dal pubblico. Poi ovviamente se un cliente vi scrive in privato per chiedervi il prezzo, voi non gli lo dite? Ovviamente se siete la per vendere si che direte il prezzo, il metodo di pagamento e la spedizione… Quindi facendo così farete saltare la saltuarietà, di tutta l’attività, che appunto è un attività e non una vendita saltuaria..

Ovviamente questo discorso vale per tutti, blog, pagine Facebook, Instagram ecc.

Qui altro, giro altra corsa, le pagine Facebook sono nate per parlare, per condividere meme, per far conoscere la propria organizzazione no profit e la propria attività lavorativa.

Il problema è questo se hai una pagina Facebook senza prezzi, dove mostri i tuoi prodotti solo per il gusto di prendere like è una cosa, ma se il post diventa: “prezzi in privato, vuoi acquistarlo? Scrivimi, condivisioni del post sui gruppo di vendita”. Direi che siamo quasi al limite della vendita organizzata. Del resto se avete una pagina Facebook, passate quasi tutti i giorni a fare foto e pubblicarle, rispondere hai messaggi, ricevere pagamenti ed alla fine spedire.. e già perchè no, pagare i post sponsorizzati, ditemi perchè non dovrebbe essere vendita organizzata questa?

E come avere un negozio fisico con un cartello sulla porta d’entrata con su scritto “Bussare per entrare”, oppure “chiedere per i prezzi”, ma rimane pur sempre un negozio su strada aperto al pubblico, ed in questo caso è un negozio online, accessibile a tutti.

Ma lo fanno tutti!

Quante cose in Italia le fanno tutti, ma poi sono completamente illegali? Ecco la risposta è ovvia, se no non stavamo qui a parlarne…


Ma posso vendere nei mercatini?

Non si è del tutto capito, alcune regioni hanno risolto con il tesserino del Hobbista altre parlano sempre di saltuarietà (probabilmente pochi mercatini all’anno), ma attualmente risulta tutto molto confuso e senza norme chiare, alcune regioni poi se una persona si fa passare per OPI (opere del proprio ingegno) addirittura non ha limiti di vendita, eccetto i famosi 5000€ all’anno, ma questo vale solo per i mercatini, su internet cambia completamente la legge.

Ma se ti beccano che succede?

Ecco questa è la domanda da un milione di euro, ufficialmente al momento nessuno è finito sul giornale per saperlo (almeno che io sappia), posso solo ipotizzare stando a qualche testimonianza trovata sui social…
Premesso che la normativa e poco chiara sia online che offline (mercatini), la cose che possono contestare nel caso della vendita online sono:

  1. Mancato versamento dell’IVA, contributi INPS, imposte sui redditi ecc.
  2. Mancanza della SCIA (acronimo di segnalazione certificata di inizio attività) e della partita IVA ovviamente.
  3. Nel caso del mercatino si potrebbe essere ripresi anche per il fatto che non si ha la licenza o il codice ATECO abilitato per la vendita di ambulante, il tutto dipende dalla regione e da come le varie circolari interne sono interpretate.

Il tutto per presunzione, già perchè la legge italiana si basa su presunzione del finanziere di turno.
Facciamo un esempio, mettiamo che avete una pagina su Etsy con 400 prodotti ma di questi ne avete venduti solo 100 nel arco dell’anno, il controllore di turno potrebbe addebitarvi tutti i 400 prodotti in vendita più i 100 già venduti. Perchè il tipo non sapendo effettivamente cosa e quando avete venduto, può addebitare il tutto. Tanto voi potrete fare appello, ma questo dopo aver pagato la multa ed aver contattato un avvocato per difendervi in tribunale.. Del resto siete regolamentate di una legge che parla di vendita saltuaria, quindi tecnicamente che diavolo ci fate su Etsy?

Discorso diverso su ebay, se vendete la collezione della bambole di nonna, come account privato e senza negozio ebay, allora avrete buona probabilità che non vi succede nulla, ma se poi convertite il vostro account alla vendita delle bambole prodotte da voi, e queste vendite iniziano a fare 400€ a settimana ecco la qualche dubbio io lo avrei, tra l’altro ebay se iniziate a vendere molto ogni settimana dopo un po’ vi limita l’account e vi chiede le fatture di acquisto dei beni in vendita.

Ma alla fine si può vendere online senza partita iva?

Se devi vendere i fumetti di nonno, la risposta è affermativa, se devi vendere i tuoi quadri che in un anno sono un totale di 4/8 si, ma se devi vendere le tue creazioni in maniera continuativa la risposta è mi spiace ma non si può, serve la partita IVA.

Ma queste cose chi le afferma?

Sentenza n. 15031/2014 della Corte di Cassazione

La sentenza parla di un privato che svolgeva attività di falegname senza aver dichiarato alcun tipo di reddito. In questo caso il ricorrente aveva opposto esclusivamente motivi legati alla natura del reddito, nel senso che non contestava l’ammontare del reddito riscontrato dagli organi accertatori (pari a euro 3.407 e comunque non dichiarati, tra l’altro notare la cifra sotto i famosi 5000€), bensì la natura del reddito da annoverarsi tra quelli diversi e non tra quelli d’impresa. Con riferimento al modello UNICO il quadro relativo all’indicazione dei redditi diversi è denominato “quadro RL”, mentre il reddito d’impresa è ospitato nel “quadro RG”.

La Suprema corte, ponendo l’attenzione esclusivamente sulle modalità di svolgimento dell’attività, dà torto al contribuente in quanto rivela che i seguenti elementi:

  • preventivi con indicazione degli elementi da utilizzare
  • disegni in scala dei mobili da realizzare
  • costi dei trasporti e della mano d’opera da utilizzare

evidenziano una certa professionalità nella conduzione degli affari, che rappresenta al momento l’unico indirizzo di prassi per gli operatori del diritto tributario. Dalla sentenza è anche possibile dedurre che una determinata fattispecie reddituale non può assumere una certa natura anziché quella propria in ragione dell’esiguità del reddito: in altri termini un certo reddito non è di natura residuale solo perché ammonta a poco più di 3.000 euro; contano invece esclusivamente le modalità operative. Da ciò emerge quindi che, l’entità del reddito da sola non basta per stabilire se un’attività è occasionale o abituale; importanti sono infatti le modalità operative, dato che una certa attività può essere organizzata in forma di impresa o lavoro autonomo e risultare in perdita.

Ora lui era un falegname, ma se guardate i punti sopra, non solo la stessa cosa di una pagina Facebook?
Ecco l’esempio:

  • Essere contattati su Facebook
  • Dire il prezzo e quindi fare un preventivo per uno o più oggetti in vendita.
  • calcolare la spedizione ed inviare il preventivo
  • Attendere il pagamento
  • Recarsi in posta per la spedizione

Il tutto in modo ciclico.. Se a voi sempre un lavoro saltuario..

Quindi che si fa?


Questo sito nasce come idea di proposta di legge per tentare di sbloccare il problema INPS chiedendo di dover pagare una percentuale in base al guadagno e non il contributo fisso, che blocca tutte le idee di impresa e non solo quelle, purtroppo si aspetta o si va all’estero. La terza via non c’è, hanno fatto la legge sul commercio fin troppo bene per trovare la scappatoia..

Fonti:
Guida fiscale per hobbisti: come vendere prodotti home made
Sentenza n. 15031/2014 della Corte di Cassazione